Nel 1776 Adam Smith pubblica An Inquiry on the Nature and Causes of the Wealth of Nations e l'incipit di questo importante capisaldo della storia del pensiero economico guarda a una fabbrica di spilli.
mercoledì 30 maggio 2012
martedì 22 maggio 2012
... per ricercare tra i brevetti:
Per fare ricerche sui brevetti molti sono gli archivi on line. Il pù completo è quello del Patent Office americano che conserva con continuità tutti i documenti dalla fine del '700 a oggi. Esso è consultabile agli indirizzi:
Per i brevetti europei esiste il sito dell'European Patent Office (Esp@cenet) che però riporta i brevetti solo degli ultimi decenni. Ha al suo interno anche un traduttore automatico dal Russo.
Per la ricerca sui brevetti italiani esiste l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi che dipende dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Per informazioni di carattere generale molti siti di Uffici Brevetti per la consulenza sulla proprietà intellettuale industriale presentano interessanti pagine di sintesi ricche di link.
http://www.ufficiobrevetti.it
Camera di Commercio di Torino
Camera di Commercio di Milano
Per scaricare i pdf dei brevetti (non solo dell'US Patent Office) esiste anche il sito poxoq, un sito complesso, difficile da consultare, ma utile.
Un'intervista a Vittorio Marchis intorno al suo libro 150 (anni di) invenzioni italiane.
Un po' di storia di brevetti...
La
storia dei brevetti nel nostro paese è complessa, e vanta nobili origini. Il 19
marzo 1474, nella Repubblica di Venezia, venne proposto lo Statuto dei brevetti, appoggiato da queste parole: «Abbiamo fra noi
uomini di grande ingegno, atti ad inventare e scoprire dispositivi ingegnosi:
ed è in vista della grandezza e della virtù della nostra città che cercheremo
di far arrivare qui sempre più uomini di tale specie ogni giorno». Lo statuto
fu approvato: 116 voti favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti.
Per
avere una più stabile regolamentazione dei brevetti bisogna però attendere la
istituzione delle grandi accademie “reali” delle scienze, in Inghilterra la Royal Society (1662) e a Parigi
l’Académie Royale des Sciences (1666) dove la vigilanza sull’innovazione
tecnologica e sulle “invenzioni” divenne finalmente un “affare pubblico” e
l’approvazione delle “machines et inventions” fu gestita da apposite
commissioni di scienziati. Anche l’Accademia delle Scienze di Torino nata un
secolo più tardi, fu attenta sin dalle sue origini a «procurare qualche reale
vantaggio alla Comune Società», nominando apposite commissioni di valutazione
delle invenzioni ma solo dopo la parentesi del “periodo francese” nel 1815 si iniziò
nuovamente e con maggiore sistematicità ad analizzare le invenzioni e a valutarne
l’importanza strategica «per lo sviluppo delle arti e delle industrie». Ma i
tempi correvano. La rivoluzione industriale, e con essa uno sviluppo importante
delle nuove tecnologie, arrivò anche in Italia. Nel 1855 Camillo Benso conte di
Cavour, vista l’evoluzione della realtà economica e industriale del paese, e
soprattutto capita la reale difficoltà di entrare nel merito di una valutazione
effettiva della singola invenzione, promulgò una nuova legge sulle privative
industriali. Intanto le industrie si moltiplicavano, le esposizioni dei nuovi
“prodotti” si facevano sempre più internazionali, e la competizione nata intorno
all’innovazione sempre più dura. Brevettare in Italia, insomma, era necessario,
ma con l’allargamento dei mercati si sentì sempre più l’esigenza di brevettare anche
all’estero: in Francia, in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti d’America.
Visti i costi maggiori, i brevetti all’estero diventano così frutto di una
scelta che premia, per molti versi la loro qualità e così la scelta di
analizzare le presenze di italiani in questo deposito di oltre sette milioni di
patent può diventare al tempo stesso
una sfida ma anche un nuovo modo di fare storia
Il
primo United States Patent Act, datato 1790, è un documento costituito da solo
sette paragrafi (An Act to Promote the
Progress of Useful Arts), in virtù del quale il secretary of state, il secretary
of war e l’attorney general erano investiti dell’autorità di
concedere «grant patents» per un
periodo sino a 14 anni per le invenzioni che risultassero «sufficiently useful and important», posto che l’inventore
presentasse un documento descrittivo del trovato al secretary of state. Il 31 luglio 1790 Samuel Hopkins depositò il
primo patent per un processo di produzione della potassa, allora usata come
fertilizzante. Il brevetto fu firmato dal presidente George Washington.
Nel
1793 il primo Act fu rinnovato da Thomas Jefferson, allora secretary of state, e questo Act definì la materia in maniera così
precisa che i suoi principi sono attuali ancora oggi. I patent potevano però essere
rilasciati solo ai cittadini degli Stati Uniti; solo nel 1800 si aggiunse un
emendamento con cui si permetteva l’accesso al patent office anche agli
stranieri che risiedessero negli Stati Uniti da almeno due anni, e solo nel 1832
con un nuovo Act si allargò la categoria dei richiedenti stranieri che
dichiarassero l’intenzione di diventare «citizens
of the United States». Infine, nel 1836, un nuovo Act rimosse tutte le
limitazioni alla nazionalità di appartenenza, mantenendo comunque un elemento
discriminante: la tassa da depositare per la richiesta di brevetto era di 30
dollari per i cittadini statunitensi, di 500 dollari per i sudditi dell’impero britannico
e di 300 dollari per tutti gli altri.
Ma è
necessario lasciare scorrere ancora alcuni anni per arrivare a quello che
presumibilmente è il primo brevetto depositato in America da un italiano: il 7
ottobre del 1851 venne concesso il patent n. 8417, che inaugura la raccolta di brevetti presenti sul volume 150 (anni di) invenzioni italiane. L’inventore di una strana locomotiva mossa da alcuni cavalli che
camminavano su una sorta di tapis roulant era tal Clemente Masserano, che
compariva nel testo come «of Turin, France, a subject of the King of Sardinia».
Lingua ufficiale del Regno di Sardegna oltre all’italiano era anche il
francese, parlato in Savoia.
lunedì 14 maggio 2012
La lavatrice... e un sito interessante
Ecco un interessante "lezione" intorno alla washing machine. La racconta Hans Rosling e naturalmente il film si trova nella rete.
Hans Rosling and the magic washing machine
TED
Le macchine "sui" libri
La "macchina" come elemento del titolo di un libro è un protagonista imprevedibile, perché non solo partecipa ai saggi delle tecnologie che le competono, ma siesce ad assicurare la sua presenza dalle favole alla gastronomia, dalla politica alla fantascienza.
Sul Web: Machine & Cover
sabato 5 maggio 2012
La macchina
Ecco due brevi interviste rilasciate dal prof. Vittorio Marchis a MEMORO intorno alla macchina in questi "tempi moderni":
"La macchina nasce dall'utensile: ma se l'utensile è protesi dell'uomo,
con la rivoluzione delle macchine i ruoli si invertono... " (Gunther
Anders, L'uomo è antiquato, Torino : Bollati Boringhieri, 2007)
mercoledì 2 maggio 2012
Attraverso le rivoluzioni...
L’evoluzione della società e la tecnologia attraverso la
prima rivoluzione agricola e la rivoluzione industriale
técnica del azar
|
técnica del artesano
|
técnica del técnico
|
nomade
cacciatore
raccoglitore
|
agricoltore
artigiano
|
tecnico
scienziato
imprenditore
|
saper cercare
|
saper fare
|
saper far fare
|
caverna
|
villaggio
|
città industriale
|
reperti naturali
|
risorse naturali
|
risorse tecniche
|
rami
ossa
ciottoli
|
legno
pietra
cuoio, pelle
vetro
|
acciaio
cotone
materiali sintetici
|
habitat
|
bottega
|
fabbrica
|
energia animale
|
energia idraulica
|
energia termica
|
-
|
beni materiali
|
sistemi produttivi
|
[-]
|
[kg]
|
[W]
|
(baratto)
|
(mercato)
|
(finanza)
|
esperienza
|
apprendistato
|
scuola tecnica
|
graffiti
|
manoscritti
|
libri a stampa
|
Omero
|
Dante, G.Boccaccio, F.Rabelais
|
Ch. Dickens, E.Zola, M.Proust, J.Joyce, Th.Mann
|
fuoco
arco e frecce |
mulino
trabocco cannocchiale |
filatrice meccanica
macchina a vapore bicicletta |
Prometeo, Ercole, Dedalo, Ulisse, Archimede
|
Al Jazari, Leonardo da Vinci, Galileo Galilei
|
Lord Brunel, Thomas A. Edison, Gustave Eiffel, Guglielmo Marconi
|
martedì 1 maggio 2012
La storia della scienza
Centrale per la storia della scienza del nostro Paese (e non solo) è il Museo Galileo di Firenze che prende origine dalle collezioni medicee e lorenesi e recentemente è stato completamente rinnovato. Biblioteche digitali ed esposizioni miultimediali ne fanno oggi uno dei più importanti musei scientifici europei.
La storia delle invenzioni
Polidoro Virgili, De Inventoribus Rerum, 1499.
Catherine Atkinson, Inventing Inventors in Renaissance Europe, Tubingen : Mohs Siebeck, 2007.
EurekaWeb, un sito sulla storia delle invenzioni.
Inventors.About.Com
What We Can Learn From History ?
Catherine Atkinson, Inventing Inventors in Renaissance Europe, Tubingen : Mohs Siebeck, 2007.
EurekaWeb, un sito sulla storia delle invenzioni.
Inventors.About.Com
What We Can Learn From History ?
Letture e libri interessanti
Mechanical Drawing Self-Taught, by Joshua Rose, London : Henry Carey Baird & Co, 1887.
Practical Sheet And Plate Metal Work, by Evan A. Atkins, London : Sir Isaac Pitman & Sons, Ltd., 1908.Things To Make, by Archibald Williams, London : Thomas Nelson And Sons, Ltd., 1918.
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