mercoledì 20 febbraio 2008

La storia, la tecnica e le "rivoluzioni"

"Senza la tecnica l'uomo non esisterebbe, ne' sarebbe esistito mai. Cosi', ne' piu', ne ' meno.". Con queste parole Jose' Ortega y Gasset (1883-1955) inizio' nel 1933 una conferenza alla Univer­sita' di Santander sul tema "Qué es la técnica?"[1]. La storia tecnica, è ripartita in tre fasi: "la técnica del azar" (La tecnica del caso), "la técnica del artesano", e "la técnica del técnico".

All'inizio dei tempi, le prime scoperte tecnologiche sono casuali: per caso si invento' la ruota facendo rotolare un tronco, sempre per caso si comprese che una selce spezzata poteva fungere da raschiatore e da coltello. Con questo atteggiamento mentale, verso l'uso di strumenti per l'esecuzione di determinati lavori o per la produzione di beni materiali, l'uomo visse per migliaia d'anni. L'homo sapiens è colui che sa cercare e trovare.

Quando la specie umana per garantire la propria sopravvivenza decise di rendersi stanziale in villaggi investendo nell'agricoltura e nell'allevamento, alla "técnica del azar" si sostituì la "técnica del artesano", che vide la nascita della città, della scrittura, delle leggi. L'artigiano, l'homo faber, colui che sa fare, riusciva a tenere sotto controllo l'intero processo produttivo di cui era responsabile, a partire dal reperimento delle materie prime, sino alla vendita del prodotto. La forma di apprendimento del mestiere era l'apprendistato. Chi possedeva il capitale lo investiva in beni materiali.

A partire dalla metà del XVIII secolo il "modello" di società artigiana andò in crisi perché i nuovi sistemi produttivi non potevano più essere gestiti da un unico individuo, sia per la complessità delle conoscenze richieste, sia per la quantità di capitali necessari per l'acquisizione dei macchinari. Si rese quindi necessaria una nuova "rivoluzione" che vide nascere i distretti industriali. La "técnica del tecnico" è caratterizzata dalla presenza del tecnico, dell'ingegnere, che rappresenta colui che sa far fare. E' necessaria una codifica dei saperi: nascono le scuole tecniche. Parallelamente al tecnico sorge l'esigenza della presenza di un imprenditore che abbia i capitali necessari per acquisire i sistemi di produzione. Vengono utilizzate risorse materiali a loro volta frutto di altrettanti processi industriali (acciaio, coke, elettricità, ecc.)

Come è puntualizzato nel saggio di C.M. Cipolla Uomini, tecniche, economie, "sia nel campo politico che in quello economico, sia nel settore dell'organizzazione sanitaria che in quello della strategia militare si impone un nuovo punto di vista. Nel passato l'uomo ha dovuto abbandonare il punto di vista cittadino o regionale, per acquistarne uno nazionale. Oggi dobbiamo uniformare noi stessi e la nostra maniera di pensare a un punto di vista globale."

I nuovi problemi (i quali sotto altri punti di vista sono anche i veri problemi da sempre) si chiamano esplosione demografica, ricerca di nuove fonti energetiche, diffusione del sapere tecnico.

[1] J. Ortega y Gasset, Meditacion de la Técnica y otros Ensayos sobre Ciencia y Filosofia, Madrid : Alianza Editorial, 1982.